I DENTI DEL CONIGLIO

denti del coniglio trentino

La dentizione superiore del coniglio è caratterizzata dalla presenza di dodici molariformi e quattro incisivi (una delle caratteristiche che lo distingue dai roditori).

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CANE LUPO CECOSLOVACCO

Il cane lupo Cecoslovacco è un cane di taglia grande particolarmente recente (1955), nata per la prima volta in Cecoslovacchia da un incrocio tra un pastore tedesco e un lupo dei Carpazi.

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Cheyletiellosi: la forfora che cammina

La cheyletiellosi è una parassitosi sostenuta da acari del genere Cheyletiella. Colpisce cane, gatto e coniglio ed altri mammiferi ma può dare dermatiti transitorie anche nell’uomo

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Prevenzione contro i parassiti

Con l ‘arrivo dei primi tepori di primavera arrivano anche i parassiti esterni sui nostri amici a quattro zampe. La schiusa delle uova avviene già a 18 gradi e così il parassita comincia il suo ciclo vitale.

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Acari delle orecchie del cane e del gatto, scopriamoli da vicino.

Col termine otoacariasi si identificano le parassitosi sostenute da acari che interessano l’orecchio esterno, in clinica veterinaria le principali otoacariasi sono la rogna otodettica e la rogna psoroptica

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LE ZECCHE IN TRENTINO

la zecca in Trentino

La zecca è un animale invertebrato ematofago, cioè si nutre di sangue per completare il proprio ciclo biologico.

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IL MORSO DELLA VIPERA NEL CANE

vipera

VIPERA

Parlando di serpenti velenosi italiani il primo pensiero va sicuramente alle vipere, serpenti diffusi in gran parte del continente euroasiatico e che si divide in numerose specie di cui cinque presenti in Italia (Sardegna esclusa).
Esistono anche dei colubri velenosi (ma non in Trentino/Alto Adige); per la posizione arretrata delle zanne (opistoglifi) e per il tipo di veleno non sono tuttavia considerati pericolosi per l’uomo.
In Trentino/Alto Adige sono presenti la Vipera comune (Vipera aspis), il Marasso (Vipera berus) e la Vipera dal corno (Vipera ammodytes), tutte e tre le specie tendono ad avere un comportamento schivo e a nascondersi in presenza di persone o cani.

Vipera comune (Vipera aspis francisciredi)

IL MORSO DELLA VIPERA

La vipera morde per predare piccoli animali o per difendersi in caso la minaccia sia improvvisa o non sia possibile la fuga da parte del serpente; nel caso di un cane la vipera può mordere quando viene calpestata o toccata ripetutamente col muso, zampe e testa sono infatti le zone più colpite.
Il morso di vipera si presenta come due singole lesioni circolari distanziate di circa un centimetro, va comunque considerato che spesso il punto di morsicatura potrebbe risultare difficilmente identificabile.
La quantità di veleno inoculato attraverso il morso non è costante e in alcuni casi la vipera può mordere per difendersi senza rilasciare veleno. Tendenzialmente la concentrazione di veleno ha un picco massimo in primavera e diminuisce durante l’estate.
Il veleno di vipera ha un’azione prevalentemente emotossica (altera la coagulazione del sangue), vasodilatativa (provocando abbassamento della pressione sistemica) e in minor parte istotossica (danneggia i tessuti) e neurotossica (altera la funzionalità del sistema nervoso).
I sintomi nell’immediato comprendono forte dolore causato dal morso e dagli enzimi presenti nel veleno, segue il calo della pressione sistemica con rischio di shock soprattutto negli animali di piccola taglia dovuto alle alterazioni a livello circolatorio; nei giorni successivi verrà monitorata la funzionalità epatica e renale.
Raramente si ha la morte dell’animale, la prognosi tuttavia dipende da vari fattori:
– le dimensioni e lo stato di salute dell’animale (peggiora in taglie piccole e animali anziani/debilitati)
– la zona colpita (peggiora se viene morso il muso o il collo)
– la pericolosità del veleno (maggiore durante i mesi primaverili)
– il tempo intercorso tra il morso e l’inizio della terapia

COSA EVITARE PER NON INCONTRARE UNA VIPERA

Evitare zone rocciose e muretti a secco esposti al sole soprattutto durante i mesi primaverili, cani molto curiosi rischiano maggiormente di scovare e infastidire il rettile che se messo alle strette può mordere per difendersi.

 

COSA FARE IN CASO DI MORSO

– chiamare il veterinario
– lavare i fori provocati dal morso con abbondante acqua o acqua ossigenata se disponibile
– bendare la zona colpita
– tranquillizzare il cane ed evitare se possibile che si muova durante il trasporto in ambulatorio

 

COSA NON FARE

– praticare incisioni, premere o succhiare la ferita
– lavare la lesione con alcol
– somministrare siero antivipera
– somministrare farmaci senza la consulenza veterinaria
– far correre il cane

In sede ambulatoriale verrà impostata la terapia di supporto in base a caratteristiche e condizioni del paziente, non esistono infatti antidoti specifici per i veleni di serpente.

Un ringraziamento a Karol Tabarelli de Fatis alla pagina Facebook “Anfibi e Rettili del Trentino – Alto Adige/Südtirol” per le immagini fornite, per approfondire il riconoscimento delle varie specie presenti sul territorio invitiamo a visitare la loro pagina al link

Immagine di copertina: femmina di Marasso (Vipera berus)

Se desiderate scoprire come distinguere un colubride da un viperide visitate la nostra guida a questo link

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Le parole di Monica

Amiamo prenderci cura degli animali non solo perché è il nostro lavoro ma soprattutto perché è un modo per ringraziare i nostri amici pelosi per tutte le emozioni che ci regalano durante la loro vita. Vogliamo condividere la testimonianza di Monica Mann con voi non tanto per dire quanto siamo “belli e bravi” ma per cercare di trasferire con le parole di una nostra cliente quello che noi cerchiamo di fare quotidianamente.

Vorrei  esprimere il mio più sincero ringraziamento per le attenzioni e la cortesia con le quali sono stata accolta presso l’ambulatorio San Francesco: oltre alla  personale gentilezza e preparazione delle dottoressa Palmisano sono rimasta  colpita dalla professionalità, la cortesia e l’efficienza dei suoi collaboratori. Non mi dilungo riguardo all’impressione che ho ricevuto dell’ambulatorio, l’organizzazione, l’ordine, la cura del dettaglio, perché immagino  che riceverà queste attestazioni di stima da parte di tutti suoi Clienti.
Aggiungo quindi una mia personale osservazione: mi sono sentita a casa, circondata da persone che si sono occupate dei miei animali, che mi hanno dato risposte, fornito spiegazioni e dedicato tempo, tutto quello che era necessario! Un momento difficilissimo e che non dimenticherò mai è stato quando ho dovuto salutare per sempre Tessa, il mio cane, la dr.ssa Palmisano è rimasta con noi fino alle 22, discreta ma presente, silenziosa ma vicina.
Grazie, ho compreso quanta passione esiste in ogni angolo dell’ambulatorio, del suo metodo di lavoro, della sua organizzazione, e sono  tranquilla perché so che i miei animali sono e saranno in buone mani.

Monika Mann

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Il Trentino a portata di…fido

Il trentino rimane una delle mete piu’ belle  per un vacanza Green e per portare ‘FIDO’ con noi.

All’interno del nostro sito troverete grazie anche alla collaborazione Apt Valsugana  dei link che vi guideranno a scoprire tutti i servizi  a disposizione dei nostri amici a quattro zampe.

Saranno presenti delle sezioni dedicate alle passeggiate ,baite, alloggi, camping ed hotel che hanno selezionato per voi varie soluzioni per chi è in vacanza e per chi vive in trentino.

Seguite questa sezione del sito e scoprirete presto interessanti novita’ per voi e i vostri amici animali.

Questa sezione sarà curata in collaborazione con ATP VALSUGANA LAGORAI che suggerisce di visitare queste pagine:

Cani in spiaggia
Escursioni con il cane
Aree cani
Attrazioni con il cane
Strutture dog friendly 
Strutture dog plus 

Per tutte le info generali www.visitvalsugana.it

APT VALSUGANA LAGORAI
Ufficio info di Levico Levico Terme 0461 727750
centralino tel. 0461 7277700

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4 e 11 Aprile 2018: giornate della prevenzione cardiologica

L’ambulatorio San Francesco organizza presso la propria struttura due giornate nelle quali verranno effettuate gratuitamente misurazione della pressione ed elettrocardiografia del vostro animale.
Per info e prenotazione clicca qui

L’ELETTROCARDIOGRAMMA NEL CANE E NEL GATTO
– importanza clinica
L’esame elettrocardiografico è indispensabile in corso di aritmie (individuabili da parte del Medico Veterinario curante durante le visite, oppure durante gravi eventi morbosi o in condizioni di emergenza) per individuare il tipo di anomalia ed il sito di insorgenza e trattarla ove possibile.
Il cuore funziona come un circuito elettrico chiuso dove l’impulso viene generato da un gruppo di cellule situate nell’atrio destro e trasmesso, attraverso una complessa rete di fibre nervose, a tutto il cuore.
Tale impulso da’ origine al ciclo di cardiaco (sia la contrazione che il rilasciamento del miocardio sia atriale che ventricolare).
Il sistema di insorgenza dell’impulso ed anche il sistema di conduzione possono andare in tilt per diverse ragioni e con diverse modalità.
Malattie cardiache gravi (che necessitano di essere indagate primariamente mediante altre metodiche quali l’ecocardiografia) sono associate frequentemente ad aritmie e quindi, la registrazione di un elettrocardiogramma si rende necessaria come completamento dell’iter diagnostico in tutti quegli animali affetti da malattie cardiache importanti.
L’elettrocardiografia trova utilizzo nel monitoraggio della terapia antiaritmica o per individuare la presenza di aritmie secondarie a malattie sistemiche (neoplasie, malattie metaboliche, dilatazione/torsione gastrica, setticemia) che determinano un’alterazione dell’equilibrio elettrolitico (ad esempio, iperkaliemia, iponatremia, ipercalcemia, ipocalcemia),
– importanza preventiva
Per le razze predisposte come:
Pastore Tedesco (tachicardia ventricolare ereditaria ed aritmia fatale familiare)
Dobbermann e dobbermann pinscher (miocardiopatia dilatativa)
Boxer e Bull dog inglese(cardiomiopatia artimogenica del ventricolo destro).
Boulodogue francese,carlino, boston terrier, Cavalier King Charles spaniel (sindrome brachicefalica)
Dogue de Bordeaux (tachicardia atriale)
Irish Wolfhound (fibrillazione atriale)
Springer spaniel e Bobtail (silenzio atriale persistente o distrofia atrio-ventricolare)
West Highland White terrier e Schnauzer nano (sindrome del seno malato)
Si consiglia un primo esame elettrocardiografico a 6 mesi di età ed in assenza di rilievi clinici e/o strumentali una rivalutazione annuale preventiva.
Talvolta per alcune tipologie di disfunzioni del ritmo e per determinate razze (Pastore tedesco e Dobbermann) l’esame elettrocardiografico necessità di essere completato da uno studio Holter elettrocardiografico delle 24 ore secondo le valutazioni del Medico veterinario.

L’ESAME ELETTROCARDIOGRAFICO

si basa sulla captazione, mediante lo strumento elettrocardiografo, della attività elettrica del cuore.
Lo strumento emette su carta o su di uno schermo, una serie di tracce elettrocardiografiche che opportunamente interpretate, forniscono molte informazioni sulla attività elettrica del cuore.
L’esame viene effettuato con il paziente sveglio, in decubito laterale destro per convenzione (il paziente viene adagiato su di un tavolo con il suo lato destro e le zampe rivolte verso l’operatore che posiziona i cavi per l’esame ecg).
I cavi sono dotati di pinzette terminali zigrinate, ma non dentate (quindi atraumatiche), per garantire una presa sulla pelle del paziente;
Se necessario (in gatti ed animali particolarmente pelosi), i punti di posizionamento delle pinzette verranno privati di pelo mediante limitata rasatura (di modo che la conduzione elettrica sia ottimale).
Per migliorare il contatto tra pinza e pelle viene messo del gel ecografico oppure le pinzette vengono bagnate con alcool.
Si procede quindi all’attivazione del tracciato ed alla registrazione di circa 3/5 minuti per convenzione ed in base anche alla tolleranza da parte del paziente. In questo intervallo di tempo, il paziente deve essere mantenuto immobile (altrimenti vi saranno degli artefatti nel tracciato e la registrazione dovrà essere prolungata), in ambiente tranquillo e silenzioso senza essere stimolato né visivamente, né con il tatto, né da suoni/voci.
Durata complessiva dell’esame: 20/30 min (a seconda della collaborazione del paziente)

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